
Le Professoresse meccaniche
di Alfonso Lentini
Paradossi e comicità nelle pagine di Lentini
IL LIBRO
Tra paradosso, comicità e ironla. Con un pizzico di irriverenza. Il mondo della scuola passa sotto la lente: a leggerlo, con piglio visionario, è lo scrittore-artista Alfonso Lentini, uno che per professione ha girato per anni tra banchi di studenti e sale insegnanati. Con "Le professoresse meccaniche e altre storie di scuola", pubblicato da Graphofeel, Alfonso Lentini torna in libreria. La storia parte da una premessa: tre "professoresse meccaniche" vengono fabbricate in fretta e furia per sostituire quelle in carne e ossa uccise nei bombardamenti di una guerra che imperversa da secoli. Ed esse, una volta prese vita, si comportano come tre normalissime insegnanti.
LA TRAMA
Non si studia latino o inglese: le materie si chiamano Lucore lunare, Canto inverecondo, Lingua lillipuziana. Le situazioni, tra strampalato e grottesco, spaziano: si va dalle scuole poste in una valle priva di onde sonore a scuole in miniatura che riprendono vita dopo cento anni nella camera da letto di un collezionista. Presente anche il personale non docente. Ecco avvenenti bidelle che si levano in volo, ma anche professoresse volanti che viaggiano in stormi con la borsa a tracolla. E non mancano i bambini prodigio.
ECHI LETTERARI
Il libro, con una frase augurale di Ermanno Cavazzoni, si apre con citazioni di Dino Buzzati e Philip K. Dick, autori che si distinguono per la loro capacità di scardinamento delle modalità realistiche del racconto. E alle formiche mentali di Buzzati, alla cui rivalutazione Lentini si dedica da tempo, si richiama una delle più bizzarre storie raccontate.
Daniela di Donà